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Serie Calssica DVD 13

SERIE CLASSICA

serie classica
dvd 13

Hashi


Anziano egiziano, con barba bianca e tipici abiti locali, Hashi è un uomo pacato e saggio. È una sorta di padre adottivo di Mitsuru Kiruda (nell’edizione italiana Kirita), dato che lo ha accolto nella propria casa dopo la scomparsa del padre naturale del ragazzo egiziano. Hashi è a capo di un piccolo villaggio egiziano, sito poco distante dalle Piramidi. Non si sa molto sul suo conto, ma sembra vivere in dignitosa povertà, prendendosi a cuore il destino dei suoi concittadini. Non nutre odio o rancore verso nessuno, stima Kirita e si comporta in modo cordiale con Harlock. Quando ha bisogno di aiuto o di un luogo sicuro in cui rifugiarsi, Kirita si rivolge a lui. Per esempio, nell’episodio 14, "La lapide ai piedi della Sfinge", nel quale porta con sé Mayu nel deserto egiziano per attirare in trappola Harlock. Nell’episodio trentotto, "L’invisibile padre di Mayu", al contrario vuole proteggere la bambina e deve trovarle una casa accogliente in un posto segreto. È in queste occasioni che Harlock incontra Hashi e ne rimane favorevolmente colpito, nonostante inizialmente protegga l’uomo che lui considera un nemico.

 

Al servizio della corona


Nel XVI secolo la pirateria assunse, in molti casi, un’aura legale. I capitani di vascelli predoni vestirono talvolta il ruolo di eroi, di benefattori di un Paese piuttosto che di un altro. Si trattò, in realtà, di corsari, più che di pirati, anche se spesso i secondi si trasformavano nei primi e viceversa. I corsari erano liberi navigatori che ricevevano da uno Stato una "lettera di marca" o "lettera di corsa", ovvero un documento che li autorizzava a compiere atti di pirateria nei confronti di vascelli, mercantili o militari delle Nazioni nemiche dello Stato che forniva loro l’autorizzazione. Fu soprattutto l’Inghilterra a fare ampio uso dei corsari, poiché in quel periodo si trovava in netto svantaggio nei confronti della rivale e cattolicissima Spagna. Quest’ultima, dopo la scoperta delle Americhe nel 1492, dominava i mari e vantava numerose colonie nel Novo Mondo, le cosiddette Indie Occidentali, che le fruttavano ingenti ricchezze. Tramite i corsari, e quindi senza impegnare proprie forze, l’Inghilterra minava la dominazione spagnola e, allo stesso tempo, ne riceveva benefici economici, dato che i corsari erano tenuti a versare una parte del bottino alla corona. Molto soddisfatti erano i corsari, liberi di aggredire navi ricche di bottino e tranquilli di poter approdare in porti sicuri, quelli inglesi. Tra i corsari più famosi vi fu Francio Drake, che la Regina Elisabetta I arrivò a chiamare "il mio pirata" e che nella seconda metà del 1500 razzia buona parte delle colonie spagnole del Nuovo Mondo.

Un motivo giusto


Capitan Harlock non possiede una lettera di corsa, al contrario è malvisto da tutti i governanti terrestri, che lo etichettano come pirata, dando alla parola un significato dispregiativo. Tuttavia, il più delle volte Harlock non agisce per interesse personale, ma per proteggere la Terra e i suoi abitanti. Nella serie Classica si batte contro le Mazoniane, nella SSX si schiera contro gli Umanoidi, in Cosmowarrior ostacola le trame dei Meccanoidi, in Harlock Saga affronta persino delle divinità. A prescindere da quanto l’impresa possa essere pericolosa, il pirata della spazio la affronta deciso, tanto che sono i suoi stessi avversari a meravigliarsi dell’impegno che mette nel proteggere un pianeta la cui popolazione lo considera un criminale, un reietto. Un po’ come accadde ad alcuni pirati americani, che ai tempi della guerra d’indipendenza misero le proprie navi e la propria abilità al servizio della causa, schierandosi con i patrioti contro la flotta inglese. I nascenti Stati Uniti d’America utilizzarono quelli che furono ribattezzati privateer contro la flotta della potente madrepatria. La Marina continentale americana poteva contare solo su 34 navi, ma la sua flotta di corsari era tredici volte superiore. Già nel Diciottesimo secolo alcuni pirati erano eroi.

 

Serie Classica episodi 37-39


Namino Shizuka ha cercato di sabotare l’Alkadia senza successo. Nell’episodio 37, dal titolo "L’astuccio vuoto", la Mazoniana si trova ancora a bordo della nave pirata, senza sapere che Harlock ha ormai compreso la sua vera natura e la sta controllando passo per passo, in modo da anticiparne le mosse. Quando comprende di essere stata scoperta, si presenta in sala di comando con le armi in pugno, ma non ha il coraggio di sparare ad Harlock. Il capitano pirata decide allora di lasciarla andare su una scialuppa di salvataggio. La Mazoniana, però, è ormai invisa dalle sue simili, che non le perdonano il fallimento e la attaccano. Solo l’intervento di Harlock la salva. Trovato rifugio a bordo dell’astronave che aveva tentato di distruggere, Namino non sembra più la stessa. Passa il tempo a lavorare a maglia, silenziosamente, fino a quando improvvisamente minaccia Harlock con una bomba e viene uccisa da Tadashi. In realtà la bomba è un astuccio vuoto e nella sua stanza Namino ha lasciato un maglione con un biglietto che recita :"Ad Harlock, con il mio più sincero amore".
Nell’episodio "L’invisibile padre di Mayu" la flotta Mazoniana si dirige verso la Terra, pronta a dare il via all’invasione. L’Alkadia è troppo lontana per raggiungere il nemico in tempo, ma la sorte e il cosmo le danno una mano. Al contrario, l’Alkadia si getta dritta al centro del periclo, riuscendo a colmare lo svantaggio. Prima di afforntare la battaglia, però, Harlock si reca da Mayu e la affida alle cure di Kirita, affinché la porti in un luogo sicuro in Africa. Durante il viaggio il militare viene attaccato e ferito, solo l’intervento dell’Alkadia, riuscita a liberarsi delle astronavi di Mazone, salva entrambi.
Nel successivo "La morte di Kirita", Harlock decide che è venuto il momento di attaccare la nave ammiraglia di Mazone. Kirita, che si trova sulla nave pirata in attesa di guarigione, chiede di partecipare al combattimento, ma Harlock lo invita a riposare fino a guarigione avvenuta. Nel frattempo un’avanguardia di Mazone rintraccia l’Alkadia e dà il via ad un feroce attacco. La nave pirata si trova in grave difficoltà e viene abbordata: decine di Mazoniane dilagano nei corridoi dirette verso il computer centrale. È Kirita, con un atto eroico e suicida, a fermarle, dando modo alla ciurma di riorganizzarsi. Mazone è sconfitta, ma anche l’Alkadia è malconcia, mentre si avvicina il momento del combattimento finale….

Leo Gullotta


Nell’edizione italiana della serie Classica di Harlock a dare la voce a Yattaran è un noto attore: Leo Gullotta. Nato a Catania il 9 gennaio 1946, Leo Gullotta (all’anagrafe Leopoldo Gullotta) svolge solo saltuariamente la professione di doppiatore, mentre è decisamente più impegnato sul fronte della recitazione. Nutre una passione per il mondo dello spettacolo sin da piccolo, ed esordisce come comparsa al Teatro Massimo Bellini di Catania. In seguito si dedica anche al cinema e alla televisione. Recita nel film Nuovo Cinema Paradiso, del regista Giuseppe Tornatore, che lo dirige anche in Il camorrista, con il quale si aggiudica il premio David di Donatello come miglior attore non protagonista. Abile anche come attore comico, in ambito televisivo è noto soprattutto per la trasmissione Il Bagaglino. In qualità di doppiatore dà voce all’attore americano Joe Pesci, ma ha prestato la propria professionalità anche a diversi film in animazione, come l’Era glaciale, Fievel sbarca in America, Il principe dei dinosauri. Ha inoltre partecipato allo sceneggiato radiofonico Rodolfo Valentino e fatto da testimonial in alcune pubblicità. Infine è autore del volume autobiografico dal titolo Mille fili d’erba.

 
 

Pirati del Giappone


Capitan Harlock è un pirata giapponese, cosa che può sembrare un po’ insolita vista la tendenza a immaginare i predoni del mare sempre come occidentali o al massimo uomini di colore. Eppure anche l’Estremo Oriente ha avuto la sua dose di pirati. Famosa in Giappone è la storia di Muratami, passato da ladruncolo a comandare una vera e propria flotta di pirati. Tra il XV e XVI secolo le vie di comunicazione marittime giapponesi divennero più frequentate. Ne approfittò anche Muratami, presidiando le numerosissime isolette del mare interno, oggi in parte collegate da moderni ponti, ma ai tempi collegate solo via mare. Proprio in quei luoghi, e in particolare nelle tre isolette di Noshima, Kurushima e Innoshima (isole con meno di un chilometro di diametro, ma strategiche per controllare il passaggio di navi nella zona), i pirati della casata Muratami collocarono le proprie basi operative, con tanto di castelli e fortificazioni. Va segnalato che i pirati giapponesi non svolgevano solo le attività "classiche", come assaltare navi. Molto importante per loro era lavorare alle dipendenze dei daimyo (sorta di signori feudali perennemente in lotta tra loro). Grazie a questi accordi, i signorotti dell’epoca potevano gestire zone di mare altrimenti irraggiungibili, mentre i pirati godevano di una sorta di legittimazione del proprio operato, realizzando delle vere e proprie barriere doganali marittime: al passaggio di una nave, esigevano il pagamento di un pedaggio, in caso di rifiuto procedevano a depredarla.

Il parlamento terrestre


Il governo della Terra è purtroppo affidato ad un Parlamento totalmente inadatto a tale compito. I suoi componenti sono uomini dalle caratteristiche e dagli atteggiamenti molto simili. Nonostante il loro aspetto serioso e il loro abbigliamento inappuntabile, con classico completo da uomo d’affari, si tratta di individui di scarsa intelligenza e levatura morale. Impoltritisi nel loro dolce far niente, evitano ogni decisione importante e minimizzano qualsiasi problema. Pigri e svogliati, non tengono in alcuna considerazione chi riavvisa dei pericoli che corre la Terra, al contrario guardano con sospetto o derisione i portatori di tali messaggi. La loro mente è totalmente occupata da questioni relative al golf o alle sale da ballo, da quisquilie di poco conto e programmi televisivi. L’unico interesse che hanno per la politica è quello di essere periodicamente rieletti, in modo da poter rinnovare i benefici del ruolo, senza preoccuparsi dei loro doveri. Quando, infine, la Terra finisce sotto l’attacco delle Mazoniane tutto quello che sanno fare è fuggire a nascondersi, lasciando il pianeta privo di un governo.

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